Ecco intervenuta la novella tanto attesa nel nostro Testo Unico della Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro il D.Lgs. 81/2008 novella di cui al d.l.146 del 21.10.2021,
convertito con la legge n. 215 del 17 dicembre 2021.
Ma cosa è una Novella? E' una tecnica normativa
nel linguaggio giuridico che con questo termine intende una norma giuridica posteriore che sostituisce una disposizione giuridica già in vigore.
Gli articoli
interessati alla novella quindi sono il n.7, 8, 13, 14,18,19,26, 37, 51,52, 55, 79 e 99.Cominciamo con l'Art. 7. Comitati regionali di coordinamento.
1. Al fine di realizzare una programmazione coordinata di interventi,
nonché uniformità degli stessi ed il necessario raccordo con il Comitato di cui
all'articolo 5 e con la Commissione di cui all'articolo 6, presso ogni regione
e provincia autonoma opera il comitato regionale di coordinamento di cui al
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 21 dicembre 2007,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 31 del 6 febbraio 2008.
1-bis. Il comitato regionale si riunisce almeno due volte l'anno e
può essere convocato anche su richiesta dell'ufficio territoriale
dell'Ispettorato nazionale del lavoro.
Art.8. Sistema informativo nazionale per la
prevenzione nei luoghi di lavoro
1. E' istituito il Sistema informativo nazionale per la
prevenzione (SINP) nei luoghi di lavoro al fine di fornire dati utili per orientare,
programmare, pianificare e valutare l'efficacia della attività di prevenzione
degli infortuni e delle malattie professionali, relativamente ai lavoratori
iscritti e non iscritti agli enti assicurativi pubblici, e per programmare e valutare, anche ai fini del coordinamento
informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale,
regionale e locale le attività di vigilanza, attraverso l'utilizzo integrato
delle informazioni disponibili nei sistemi informativi, anche tramite l'integrazione
di specifici archivi e la creazione di banche dati unificate. Gli organi di
vigilanza alimentano un’apposita sezione del Sistema informativo dedicata alle
sanzioni irrogate nell’ambito della vigilanza sull’applicazione della
legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
2. Il Sistema informativo di cui al comma 1 è costituito dal
Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dal Ministero della salute, dal
Ministero dell'interno, dal Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei
ministri competente per la trasformazione digitale, dalle regioni e dalle
province autonome di Trento e di Bolzano, dall'INAIL, dall’INPS e
dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, con il contributo del Consiglio
nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL). Ulteriori amministrazioni potranno
essere individuate con decreti adottati ai sensi del comma 4. Allo sviluppo del
medesimo concorrono gli organismi paritetici e gli istituti di settore a
carattere scientifico, ivi compresi quelli che si occupano della salute delle
donne.
«3. L’ INAIL garantisce le funzioni occorrenti alla gestione
tecnica ed informatica del SINP e al suo sviluppo, nel rispetto di quanto
disciplinato dal regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 27 aprile 2016, e dal decreto legislativo 10 agosto 2018, n.
101, e, a tale fine, è titolare del trattamento dei dati secondo quanto
previsto dal codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al
decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 . L’IINAIL rende disponibili ai
Dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie locali, per l’ambito
territoriale di competenza, e all’Ispettorato nazionale del lavoro i dati
relativi alle aziende assicurate, agli infortuni denunciati, ivi compresi
quelli sotto la soglia di indennizzabilità, e alle malattie professionali
denunciate.
3. L’INAIL garantisce le funzioni occorrenti alla gestione tecnica
ed informatica del SINP e al suo sviluppo, nel rispetto di quanto disciplinato
dal regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27
aprile 2016, e dal decreto legislativo
10 agosto 2018, n. 101, e, a tale fine, è titolare del trattamento dei dati
secondo quanto previsto dal decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. L’INAIL
rende disponibili ai Dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie
locali, per l’ambito territoriale di competenza, e all’Ispettorato nazionale
del lavoro i dati relativi alle aziende assicurate, agli infortuni denunciati,
ivi compresi quelli sotto la soglia di indennizzabilità, e alle malattie
professionali denunciate.
4. Con decreto dei Ministro del lavoro e delle politiche sociali e
del Ministro della salute, di concerto con il Ministro per la pubblica
amministrazione e con il Ministro per l’innovazione tecnologica e la
transizione digitale, acquisito il parere della Conferenza permanente per i
rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di
Bolzano, sono definiti i criteri e le regole tecniche per la realizzazione ed
il funzionamento del SINP, nonché le regole per il trattamento dei dati. Tali
regole sono definite nel rispetto di quanto previsto dal decreto legislativo 7 marzo 2005, n.
82,
così come modificato ed integrato dal decreto legislativo 4 aprile 2006, n.
159, e dei contenuti del Protocollo di intesa sul Sistema informativo nazionale
integrato per la prevenzione nei luoghi di lavoro. Con il medesimo decreto sono
disciplinate le speciali modalità con le quali le forze armate, le forze di
polizia e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco partecipano al sistema
informativo relativamente alle attività operative e addestrative. Per tale
finalità è acquisita l'intesa dei Ministri della difesa, dell'interno e dell'economia
e delle finanze.
4 -bis Per l’attività di
coordinamento e sviluppo del SINP, con decreto del Ministro del lavoro e delle
politiche sociali da adottare , acquisito il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le
regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro sessanta giorni
dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, è ridefinita la
composizione del Tavolo tecnico per lo sviluppo e il coordinamento del sistema
informativo nazionale per la prevenzione (SINP), istituito ai sensi dell’articolo
5 del regolamento di cui al decreto del Ministro del lavoro e delle politiche
sociali e del Ministro della salute 25 maggio 2016, n. 183.;.
5. La partecipazione delle parti sociali al Sistema informativo
avviene attraverso la periodica consultazione in ordine ai flussi informativi
di cui al comma 6.
6. I contenuti dei flussi informativi devono almeno riguardare:
a) il quadro produttivo ed occupazionale;
b) il quadro dei rischi anche in un'ottica di genere;
c) il quadro di salute e sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici;
d) il quadro degli interventi di prevenzione delle istituzioni preposte;
e) il quadro degli interventi di vigilanza delle istituzioni preposte;
e-bis) i dati degli infortuni sotto la soglia indennizzabile dall'INAIL.
7. La diffusione delle informazioni specifiche e' finalizzata al
raggiungimento di obiettivi di conoscenza utili per le attività dei soggetti
destinatari e degli enti utilizzatori. I dati sono resi disponibili ai diversi
destinatari e resi pubblici nel rispetto della normativa di cui al decreto
legislativo 30 giugno 2003, n. 196.
8. Le attività di cui al presente articolo sono realizzate dalle
amministrazioni di cui al comma 2 utilizzando le ordinarie risorse personali,
economiche e strumentali in dotazione.
Art.13. Vigilanza
1. La vigilanza sull'applicazione della legislazione in materia di
salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è svolta dalla azienda sanitaria locale
competente per territorio, dall’Ispettorato nazionale del lavoro e, per quanto
di specifica competenza, dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché per
il settore minerario, fino all'effettiva attuazione del trasferimento di
competenze da adottarsi ai sensi del decreto legislativo 30 luglio 1999, n.
300, e successive modificazioni, dal Ministero dello sviluppo economico, e per
le industrie estrattive di seconda categoria e le acque minerali e termali
dalle regioni e province autonome di Trento e di Bolzano. Le province autonome
di Trento e di Bolzano provvedono alle finalità del presente articolo,
nell'ambito delle proprie competenze, secondo quanto previsto dai rispettivi
ordinamenti.
1-bis. Nei luoghi di lavoro delle Forze armate, delle Forze di
polizia e dei vigili del fuoco la vigilanza sulla applicazione della
legislazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro è svolta
esclusivamente dai servizi sanitari e tecnici istituiti presso le predette
amministrazioni.
2. (abrogato )
3. In attesa del complessivo riordino delle competenze in tema di
vigilanza sull'applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza
sui luoghi di lavoro, restano ferme le competenze in materia di salute e
sicurezza dei lavoratori attribuite alle autorità marittime a bordo delle navi
ed in ambito portuale, agli uffici di sanità aerea e marittima, alle autorità
portuali ed aeroportuali, per quanto riguarda la sicurezza dei lavoratori a
bordo di navi e di aeromobili ed in ambito portuale ed aeroportuale nonché ai
servizi sanitari e tecnici istituiti per le Forze armate e per le Forze di
polizia e per i Vigili del fuoco; i predetti servizi sono competenti altresì
per le aree riservate o operative e per quelle che presentano analoghe esigenze
da individuarsi, anche per quel che riguarda le modalità di attuazione, con
decreto del Ministro competente, di concerto con i Ministri del lavoro e della
previdenza sociale e della salute. L'Amministrazione della giustizia può
avvalersi dei servizi istituiti per le Forze armate e di polizia, anche
mediante convenzione con i rispettivi Ministeri, nonché dei servizi istituiti
con riferimento alle strutture penitenziarie.
4. La vigilanza di cui al presente articolo è esercitata nel
rispetto del coordinamento di cui agli articoli 5 e 7. A livello provinciale,
nell’ambito della programmazione regionale realizzata ai sensi dell’articolo 7,
le aziende sanitarie locali e l’Ispettorato nazionale del lavoro promuovono e
coordinano sul piano operativo l’attività di vigilanza esercitata da tutti gli
organi di cui al presente articolo. Sono adottate le conseguenti modifiche al
decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 dicembre 2007, pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale n.31 del 6 febbraio 2008.
5. Il personale delle pubbliche amministrazioni, assegnato agli
uffici che svolgono attività di vigilanza, non può prestare, ad alcun titolo e
in alcuna parte del territorio nazionale, attività di consulenza.
6. L'importo delle somme che l'ASL e l’Ispettorato nazionale del
lavoro, in qualità di organo di vigilanza, ammettono a pagare in sede amministrativa ai sensi dell'articolo 21,
comma 2, primo periodo, del decreto legislativo 19 dicembre 1994, n. 758,
integra rispettivamente, l’apposito capitolo regionale e il bilancio
dell’Ispettorato nazionale del lavoro per finanziare l'attività di prevenzione
nei luoghi di lavoro svolta dai dipartimenti di prevenzione delle AA.SS.LL. e
dall’Ispettorato.
7. E' fatto salvo quanto previsto dall'articolo 64 del d.P.R. 19
marzo 1956, n. 303, con riferimento agli organi di vigilanza competenti, come
individuati dal presente decreto.
7-bis. L’Ispettorato nazionale del lavoro è tenuto a presentare,
entro il 30 giugno di ogni anno al Ministro del lavoro e delle politiche
sociali per la trasmissione al Parlamento, una relazione analitica
sull’attività svolta in materia di prevenzione e contrasto del lavoro
irregolare e che dia conto dei risultati conseguiti nei diversi settori
produttivi e delle prospettive di sviluppo, programmazione ed efficacia
dell’attività di vigilanza nei luoghi di lavoro.
Art. 13 – bis Disposizioni in materia di interventi strutturali e di manutenzione per la sicurezza delle istituzioni scolastiche.
Art. 14
(Provvedimenti degli organi di vigilanza per il contrasto del lavoro irregolare
e per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori).
1. Ferme
restando le attribuzioni previste dagli articoli 20 e 21 del decreto
legislativo 19 dicembre 1994, n. 758, al fine di far cessare il pericolo per la
salute e la sicurezza dei lavoratori, nonché di contrastare il lavoro
irregolare, l’Ispettorato nazionale del lavoro adotta un provvedimento di
sospensione, quando riscontra che almeno il 10 per cento dei lavoratori presenti
sul luogo di lavoro risulti occupato, al momento dell’accesso ispettivo, senza
preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro ovvero
inquadrato come lavoratori autonomi occasionali in assenza delle condizioni
richieste dalla normativa, nonché, a prescindere dal settore di intervento, in
caso di gravi violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza
del lavoro di cui all’Allegato I. Con riferimento all’attività dei lavoratori
autonomi occasionali, al fine di svolgere attività di monitoraggio e di
contrastare forme elusive nell’utilizzo di tale tipologia contrattuale, l’avvio
dell’attività dei suddetti lavoratori è oggetto di preventiva comunicazione all’Ispettorato
territoriale del lavoro competente per territorio, da parte del committente,
mediante SMS o posta elettronica. Si applicano le modalità operative di cui all’articolo
15, comma 3, del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81. In caso di
violazione degli obblighi di cui al secondo periodo si applica la sanzione amministrativa
da euro 500 a euro 2.500 in relazione a ciascun lavoratore autonomo occasionale
per cui è stata omessa o ritardata la comunicazione. Non si applica la
procedura di diffida di cui all’articolo 13 del decreto legislativo 23 aprile
2004, n. 124. Il provvedimento di sospensione è adottato in relazione alla
parte dell’attività imprenditoriale interessata dalle violazioni o,
alternativamente, dell’attività lavorativa prestata dai lavoratori interessati
dalle violazioni di cui ai numeri 3 e 6 dell’Allegato I. Unitamente al
provvedimento di sospensione l’Ispettorato nazionale del lavoro può imporre
specifiche misure atte a far cessare il pericolo per la sicurezza o per la
salute dei lavoratori durante il lavoro.
2. Per tutto
il periodo di sospensione è fatto divieto all’impresa di contrattare con la
pubblica amministrazione e con le stazioni appaltanti, come definite dal codice
dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 . A
tal fine il provvedimento di sospensione è comunicato all’Autorità nazionale
anticorruzione (ANAC) e al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili,
per gli aspetti di rispettiva competenza al fine dell’adozione da parte del
Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili del provvedimento
interdittivo. Il datore di lavoro è
tenuto a corrispondere la retribuzione e a versare i relativi contributi ai
lavoratori interessati dall’effetto del provvedimento di sospensione.
3. L’Ispettorato
nazionale del lavoro adotta i provvedimenti di cui al comma 1 per il tramite
del proprio personale ispettivo nell’immediatezza degli accertamenti nonché, su
segnalazione di altre amministrazioni, entro sette giorni dal ricevimento del
relativo verbale.
4. I provvedimenti
di cui al comma 1, per le ipotesi di lavoro irregolare, non trovano
applicazione nel caso in cui il lavoratore risulti l’unico occupato dall’impresa.
In ogni caso di sospensione, gli effetti della stessa possono essere fatti
decorrere dalle ore dodici del giorno lavorativo successivo ovvero dalla
cessazione dell’attività lavorativa in corso che non può essere interrotta,
salvo che non si riscontrino situazioni di pericolo imminente o di grave
rischio per la salute dei lavoratori o dei terzi o per la pubblica incolumità.
5. Ai
provvedimenti di cui al presente articolo si applicano le disposizioni di cui
all’articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 241.
6.
Limitatamente ai provvedimenti adottati in occasione dell’accertamento delle
violazioni in materia di prevenzione incendi, provvede il Comando provinciale dei
vigili del fuoco territorialmente competente. Ove gli organi di vigilanza o le
altre amministrazioni pubbliche rilevino possibili violazioni in materia di
prevenzione incendi, ne danno segnalazione al competente Comando provinciale
dei vigili del fuoco, il quale procede ai sensi delle disposizioni del decreto
legislativo 8 marzo 2006, n. 139.
7. In materia di prevenzione incendi, in ragione della competenza
esclusiva del Corpo nazionale dei vigili del fuoco prevista dall’articolo 46
del presente decreto, si applicano le disposizioni di cui agli articoli 16, 19
e 20 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139.
8. I poteri di cui al comma 1 spettano anche ai servizi ispettivi delle
aziende sanitarie locali nell’ambito di accertamenti in materia di tutela della
salute e della sicurezza del lavoro.
9. È condizione per la revoca del provvedimento da parte dell’amministrazione
che lo ha adottato:
a) la
regolarizzazione dei lavoratori non risultanti dalle scritture o da altra
documentazione obbligatoria anche sotto il profilo degli adempimenti in materia
di salute e sicurezza;
b) l’accertamento
del ripristino delle regolari condizioni di lavoro nelle ipotesi di violazioni
della disciplina in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro;
c) la
rimozione delle conseguenze pericolose delle violazioni nelle ipotesi di cui
all’Allegato I;
d) nelle
ipotesi di lavoro irregolare, il pagamento di una somma aggiuntiva pari a 2.500
euro qualora siano impiegati fino a cinque lavoratori irregolari e pari a 5.000
euro qualora siano impiegati più di cinque lavoratori irregolari;
e) nelle
ipotesi di cui all’Allegato I, il pagamento di una somma aggiuntiva di importo
pari a quanto indicato nello stesso Allegato I con riferimento a ciascuna fattispecie.
10. Le somme aggiuntive di cui alle lettere d) ed e) del comma 9 sono
raddoppiate nelle ipotesi in cui, nei cinque anni precedenti alla adozione del
provvedimento, la medesima impresa sia stata destinataria di un provvedimento di
sospensione.
11. Su istanza di parte, fermo restando il rispetto delle condizioni di
cui al comma 9, la revoca è altresì concessa subordinatamente al pagamento del
venti per cento della somma aggiuntiva dovuta. L’importo residuo, maggiorato
del cinque per cento, è versato entro sei mesi dalla data di presentazione dell’istanza
di revoca. In caso di mancato versamento o di versamento parziale dell’importo residuo
entro detto termine, il provvedimento di accoglimento dell’istanza di cui al
presente comma costituisce titolo esecutivo per l’importo non versato.
12. È comunque fatta salva l’applicazione delle sanzioni penali, civili e
amministrative vigenti.
13. Ferma restando la destinazione della percentuale prevista dall’articolo
14, comma 1, lettera d) , del decreto legge 23 dicembre 2013, n. 145,
convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9, l’importo
delle somme aggiuntive di cui al comma 9, lettere d) ed e) , integra, in
funzione dell’amministrazione che ha adottato i provvedimenti di cui al comma
1, il bilancio dell’Ispettorato nazionale del lavoro o l’apposito capitolo
regionale ed è utilizzato per finanziare l’attività di prevenzione nei luoghi
di lavoro svolta dall’Ispettorato nazionale del lavoro o dai dipartimenti di
prevenzione delle AA.SS.LL.
14. Avverso i provvedimenti di cui al comma 1 adottati per l’impiego di
lavoratori senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di
lavoro è ammesso ricorso, entro 30 giorni, all’Ispettorato interregionale del lavoro
territorialmente competente, il quale si pronuncia nel termine di 30 giorni
dalla notifica del ricorso. Decorso inutilmente tale ultimo termine il
provvedimento di sospensione perde efficacia.
15. Il datore di lavoro che non ottempera al provvedimento di sospensione
di cui al presente articolo è punito con l’arresto fino a sei mesi nelle
ipotesi di sospensione per le violazioni in materia di tutela della salute e
della sicurezza sul lavoro e con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da
2.500 a 6.400 euro nelle ipotesi di sospensione per lavoro irregolare.
16. L’emissione del decreto di archiviazione per l’estinzione delle
contravvenzioni, accertate ai sensi del comma 1, a seguito della conclusione
della procedura di prescrizione prevista dagli articoli 20 e 21, del decreto legislativo
19 dicembre 1994, n. 758, comporta la decadenza dei provvedimenti di cui al
comma 1 fermo restando, ai fini della verifica dell’ottemperanza alla
prescrizione, anche il pagamento delle somme aggiuntive di cui al comma 9,
lettera d)
Art.18.
Obblighi del datore di lavoro e del dirigente
1. Il datore di lavoro, che esercita le attività di cui
all'articolo 3, e i dirigenti, che organizzano e dirigono le stesse attività
secondo le attribuzioni e competenze ad essi conferite, devono:
a) nominare il medico competente per
l'effettuazione della sorveglianza sanitaria nei casi previsti dal presente
decreto legislativo;
b) designare preventivamente i lavoratori
incaricati dell'attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta
antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e
immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione
dell'emergenza;
«b -bis ) individuare il preposto o i
preposti per l’effettuazione delle attività di vigilanza di cui all’articolo
19. I contratti e gli accordi collettivi di lavoro possono stabilire l’emolumento
spettante al preposto per lo svolgimento delle attività di cui al precedente
periodo. Il preposto non può subire pregiudizio alcuno a causa dello svolgimento
della propria attività»;
c) nell'affidare i compiti ai lavoratori,
tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla
loro salute e alla sicurezza;
d) fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione
individuale, sentito il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e
il medico competente, ove presente;
e) prendere le misure appropriate
affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni e
specifico addestramento accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave
e specifico;
f) richiedere l'osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti,
nonché delle disposizioni aziendali in materia di sicurezza e di igiene del
lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei dispositivi di
protezione individuali messi a loro disposizione;
g) inviare i lavoratori alla visita medica entro le scadenze previste dal
programma di sorveglianza sanitaria e richiedere al medico competente
l’osservanza degli obblighi previsti a suo carico nel presente decreto;
g-bis) nei casi di sorveglianza sanitaria
di cui all’articolo
41, comunicare tempestivamente al medico competente la
cessazione del rapporto di lavoro;
h) adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di
emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave,
immediato ed inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa;
i) informare il più presto possibile i
lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa il rischio
stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione;
l) adempiere agli obblighi di informazione, formazione e addestramento di cui
agli articoli 36 e 37;
m) astenersi, salvo eccezione debitamente
motivata da esigenze di tutela della salute e sicurezza, dal richiedere ai
lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui
persiste un pericolo grave e immediato;
n) consentire ai lavoratori di
verificare, mediante il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, l'applicazione
delle misure di sicurezza e di protezione della salute;
o) consegnare tempestivamente al
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, su richiesta di questi e per
l'espletamento della sua funzione, copia del documento di cui all'articolo 17, comma 1, lettera a),
anche su supporto informatico come previsto dall'articolo 53, comma 5,
nonché consentire al medesimo rappresentante di accedere ai dati di cui alla
lettera r); il documento è consultato esclusivamente in azienda;
p) elaborare il documento di cui all'articolo 26, comma 3,
anche su supporto informatico come previsto dall’articolo 53, comma 5,
e, su richiesta di questi e per l'espletamento della sua funzione, consegnarne
tempestivamente copia ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; il
documento è consultato esclusivamente in azienda;
q) prendere appropriati provvedimenti per
evitare che le misure tecniche adottate possano causare rischi per la salute
della popolazione o deteriorare l'ambiente esterno verificando periodicamente
la perdurante assenza di rischio;
r) comunicare in via telematica all’INAIL
e all’IPSEMA, nonché per loro tramite, al sistema informativo nazionale per la
prevenzione nei luoghi di lavoro di cui all’articolo 8, entro 48 ore dalla
ricezione del certificato medico, a fini statistici e informativi, i dati e le
informazioni relativi agli infortuni sul lavoro che comportino l’assenza dal
lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento e, a fini assicurativi,
quelli relativi agli infortuni sul lavoro che comportino un’assenza dal lavoro
superiore a tre giorni; l’obbligo di comunicazione degli infortuni sul lavoro
che comportino un’assenza dal lavoro superiore a tre giorni si considera
comunque assolto per mezzo della denuncia di cui all’articolo 53 del testo
unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni
sul lavoro e le malattie professionali, di cui al d.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124;
s) consultare il rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza nelle ipotesi di cui all'articolo 50;
t) adottare le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e
dell'evacuazione dei luoghi di lavoro, nonché per il caso di pericolo grave e
immediato, secondo le disposizioni di cui all'articolo 43.
Tali misure devono essere adeguate alla natura dell'attività, alle dimensioni
dell'azienda o dell'unità produttiva, e al numero delle persone presenti;
u) nell'ambito dello svolgimento di attività in regime di appalto e di
subappalto, munire i lavoratori di apposita tessera di riconoscimento,
corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore e
l'indicazione del datore di lavoro;
v) nelle unità produttive con più di 15 lavoratori, convocare la riunione
periodica di cui all'articolo 35;
z) aggiornare le misure di prevenzione in
relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi che hanno rilevanza ai fini
della salute e sicurezza del lavoro, o in relazione al grado di evoluzione
della tecnica della prevenzione e della protezione;
aa) comunicare in via telematica
all’INAIL e all’IPSEMA, nonché per loro tramite, al sistema informativo
nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro di cui all’articolo 8, in
caso di nuova elezione o designazione, i nominativi dei rappresentanti dei
lavoratori per la sicurezza; in fase di prima applicazione l’obbligo di cui
alla presente lettera riguarda i nominativi dei rappresentanti dei lavoratori
già eletti o designati;
bb) vigilare affinché i lavoratori per i quali vige l'obbligo di
sorveglianza sanitaria non siano adibiti alla mansione lavorativa specifica
senza il prescritto giudizio di idoneità.
1. All’articolo 18 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81,
dopo il comma 3 sono inseriti i seguenti:
«3.1. I dirigenti delle istituzioni scolastiche sono esentati da
qualsiasi responsabilità civile, amministrativa e penale qualora abbiano
tempestivamente richiesto gli interventi strutturali e di manutenzione di cui
al comma 3, necessari per assicurare la sicurezza dei locali e degli edifici
assegnati, adottando le misure di carattere gestionale di propria competenza
nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente. In ogni caso gli
interventi relativi all’installazione degli impianti e alla loro verifica
periodica e gli interventi strutturali e di manutenzione riferiti ad aree e
spazi degli edifici non assegnati alle istituzioni scolastiche nonché ai vani e
locali tecnici e ai tetti e sottotetti delle sedi delle istituzioni scolastiche
restano a carico dell’amministrazione tenuta, ai sensi delle norme o delle
convenzioni vigenti, alla loro fornitura e manutenzione. Qualora i dirigenti,
sulla base della valutazione svolta con la diligenza del buon padre di
famiglia, rilevino la sussistenza di un pericolo grave e immediato, possono
interdire parzialmente o totalmente l’utilizzo dei locali e degli edifici assegnati,
nonché ordinarne l’evacuazione, dandone tempestiva comunicazione all’amministrazione
tenuta, ai sensi delle norme o delle convenzioni vigenti, alla loro fornitura e
manutenzione, nonché alla competente autorità di pubblica sicurezza. Nei casi
di cui al periodo precedente non si applicano gli articoli 331 (Interruzione d'un servizio pubblico o di
pubblica necessità8, 340 ( Interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un
servizio di pubblica necessità ) e 658 (Procurato allarme presso l'Autorità) del codice penale.
Art. 19. Obblighi del preposto
1. In riferimento alle attività indicate all'articolo 3, i
preposti, secondo le loro attribuzioni e competenze, devono:
« a) sovrintendere e vigilare sull’osservanza da parte dei singoli
lavoratori dei loro obblighi di legge, nonché delle disposizioni aziendali in
materia di salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei mezzi di protezione
collettivi e dei dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione
e, in caso di rilevazione di comportamenti non conformi alle disposizioni e
istruzioni impartite dal datore di lavoro e dai dirigenti ai fini della
protezione collettiva e individuale, intervenire per modificare il comportamento
non conforme fornendo le necessarie indicazioni di sicurezza. In caso di
mancata attuazione delle disposizioni impartite o di persistenza dell’inosservanza,
interrompere l’attività del lavoratore e informare i superiori diretti»;
b) verificare affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto
adeguate istruzioni accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e
specifico;
c) richiedere l'osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di
rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso
di pericolo grave, immediato e inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la
zona pericolosa;
d) informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un
pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da
prendere in materia di protezione;
e) astenersi, salvo eccezioni debitamente motivate, dal richiedere ai
lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui
persiste un pericolo grave ed immediato;
f) segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le
deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di
protezione individuale, sia ogni altra condizione di pericolo che si verifichi
durante il lavoro, delle quali venga a conoscenza sulla base della formazione
ricevuta;
«f -bis ) in caso di rilevazione di deficienze dei mezzi e delle
attrezzature di lavoro e di ogni condizione di pericolo rilevata durante la
vigilanza, se necessario, interrompere temporaneamente l’attività e, comunque,
segnalare tempestivamente al datore di lavoro e al dirigente le non conformità
rilevate»;
g) frequentare appositi corsi di formazione secondo quanto previsto dall'articolo 37.
Art. 26.
Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione
8. Nell'ambito dello svolgimento di attività in
regime di appalto o subappalto, il personale occupato dall'impresa appaltatrice
o subappaltatrice deve essere munito di apposita tessera di riconoscimento
corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore e
l'indicazione del datore di lavoro.
«8 -bis . Nell’ambito
dello svolgimento di attività in regime di appalto o subappalto, i datori di
lavoro appaltatori o subappaltatori devono indicare espressamente al datore di
lavoro committente il personale che svolge la funzione di preposto».
Art. 37.
Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti
2. La durata, i contenuti minimi e le modalità della
formazione di cui al comma 1 sono definiti mediante accordo in sede di
Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province
autonome di Trento e di Bolzano adottato, previa consultazione delle parti
sociali, entro il termine di dodici mesi dalla data di entrata in vigore del
presente decreto legislativo.
«Entro il 30 giugno 2022, la Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano adotta un accordo nel quale provvede all’accorpamento, alla
rivisitazione e alla modifica degli accordi attuativi del presente decreto in
materia di formazione, in modo da garantire:
a) l’individuazione della durata, dei contenuti
minimi e delle modalità della formazione obbligatoria a carico del datore di
lavoro;
b) l’individuazione delle modalità della
verifica finale di apprendimento obbligatoria per i discenti di tutti i
percorsi formativi e di aggiornamento obbligatori in materia di salute e sicurezza
sul lavoro e delle modalità delle verifiche di efficacia della formazione
durante lo svolgimento della prestazione lavorativa»;
5 . L'addestramento viene effettuato da persona esperta e sul
luogo di lavoro. «L’addestramento
consiste nella prova pratica, per l’uso corretto e in sicurezza di
attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione
individuale; l’addestramento consiste, inoltre, nell’esercitazione applicata,
per le procedure di lavoro in sicurezza.
Gli interventi di addestramento effettuati
devono essere tracciati in apposito registro anche informatizzato»;
7. I dirigenti e i preposti
ricevono a cura del datore di lavoro, un'adeguata e specifica formazione e un
aggiornamento periodico in relazione ai propri compiti in materia di salute e
sicurezza del lavoro. I contenuti della formazione di cui al presente comma
comprendono:
a) principali soggetti coinvolti e i relativi obblighi;
b) definizione e individuazione dei fattori di rischio;
c) valutazione dei rischi;
d) individuazione delle misure tecniche, organizzative e procedurali di
prevenzione e protezione. Sostituto con:
«7. Il datore di lavoro, i dirigenti e i preposti ricevono un’adeguata
e specifica formazione e un aggiornamento periodico in relazione ai propri
compiti in materia di salute e sicurezza sul lavoro, secondo quanto previsto dall’accordo
di cui al comma 2, secondo periodo»;
«7 -ter . Per assicurare l’adeguatezza e la specificità della
formazione nonché l’aggiornamento periodico dei preposti ai sensi del comma 7,
le relative attività formative devono essere svolte interamente con modalità in
presenza e devono essere ripetute con cadenza almeno biennale e comunque ogni
qualvolta sia reso necessario in ragione dell’evoluzione dei rischi o all’insorgenza
di nuovi rischi»
Art. 51.
Organismi paritetici
1. A livello territoriale sono costituiti gli
organismi paritetici di cui all'articolo 2, comma 1, lettera ee).
«1 -bis . Il Ministero
del lavoro e delle politiche sociali istituisce il repertorio degli organismi
paritetici, previa definizione dei criteri identificativi, sentite le
associazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più
rappresentative sul piano nazionale per il settore di appartenenza, entro
centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione»;
«8 -bis . Gli organismi
paritetici comunicano annualmente , nel rispetto delle disposizioni di cui al
regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile
2016 (regolamento generale sulla protezione dei dati-GDPR), all’Ispettorato
nazionale del lavoro e all’INAIL i dati relativi:
a) alle imprese che hanno aderito al sistema degli organismi
paritetici e a quelle che hanno svolto l’attività di formazione organizzata
dagli stessi organismi;
b) ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriali;
c) al rilascio delle asseverazioni di cui al comma 3 -bis.
8 -ter . I dati di cui al comma 8 -bis sono utilizzati ai fini della
individuazione di criteri di priorità nella programmazione della vigilanza e di
criteri di premialità nell’ambito della determinazione degli oneri assicurativi
da parte dell’INAIL. Per la definizione dei suddetti criteri si tiene conto del
fatto che le imprese facenti parte degli organismi paritetici aderiscono ad un
sistema paritetico volontario che ha come obiettivo primario la prevenzione sul
luogo di lavoro »;
Art. 52.
Sostegno alla piccola e media impresa, ai rappresentanti dei lavoratori per la
sicurezza territoriali e alla pariteticità comma 3, le parole: «entro il 31 dicembre 2009» sono sostituite
dalle seguenti: «entro il 30 giugno 2022»;
Art. 55.
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente comma 5:
1) alla lettera c) , dopo le parole: «commi 1, 7,» è inserita la
seguente: «7- ter,»;
2) la lettera d) è sostituita dalla seguente:
« d) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.500
a 6.000 euro per la violazione degli articoli 18, comma 1, lettere a) , b -bis
), d) e z) , prima parte, e 26, commi 2, 3, primo periodo, e 8 -bis »;
Art. 56.
Sanzioni per il preposto
comma 1, lettera a) , le parole: «ed f) » sono sostituite dalle
seguenti: «, f) e f -bis )»;
Art. 79.
Criteri per l'individuazione e l'uso (dei DPI)
e -quinquies) all’articolo 79, comma 2 -bis , dopo le parole: «1°
giugno 2001» sono aggiunte le seguenti: «, aggiornato con le edizioni delle
norme UNI più recenti»;
Art. 99.
Notifica preliminare
e -sexies) all' articolo 99, al comma 1 -bis , introdotto dalla
lettera f) del presente comma, è premesso il seguente:
«1.1. I soggetti destinatari della notifica preliminare di cui al
comma 1 la trasmettono alla cassa edile territorialmente competente» ;
f) all’articolo 99, dopo il comma 1, è inserito il seguente:
«1 -bis . Le comunicazioni di cui al comma 1 alimentano una
apposita banca dati istituita presso l’Ispettorato nazionale del lavoro, ferma
l’interoperabilità con le banche dati esistenti. Con decreto del direttore dell’Ispettorato
nazionale del lavoro sono individuate le modalità tecniche, la data di
effettivo avvio dell’alimentazione della banca dati e le modalità di
condivisione delle informazioni con le Pubbliche Amministrazioni interessate.»;
g) l’Allegato I è sostituito dall’Allegato I al presente decreto.
1 -bis . All’articolo 14, comma 1, lettera d) , del decreto- legge
23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla legge 21
febbraio 2014, n. 9, le parole:
«somme aggiuntive di cui all’articolo 14, comma 4, lettera c) , e
comma 5, lettera b) » sono sostituite dalle seguenti: «somme aggiuntive di cui
all’articolo 14, comma 9, lettere d) ed e) ».
Quindi il 2022 dovranno essere spesi per realizzare la tanto attesa
riforma complessiva degli Accordi Stato-Regione in materia di formazione, una
attesa che già sembra ricompensata da una riforma importante ed adeguata allo sviluppo
della cultura della sicurezza.
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